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28.06.2022

Produzione comparti FederUnacoma 2021

Presentati oggi pomeriggio a Bologna, nel corso dell’Assemblea annuale della Federazione italiana dei costruttori di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio, i dati relativi alla produzione italiana di macchinari per l’agricoltura, la cura del verde e  relativa componentistica nel 2021  che, in crescita, si attesta sui 13,7 mld di euro.
Le trattrici “made in Italy” hanno chiuso lo scorso anno  con un totale di 59 mila unità prodotte, per un valore di 2,1 miliardi di euro e un incremento del 18,7% rispetto al 2020, mentre le attrezzature e le altre tipologie di macchine agricole vedono salire il valore della produzione a 6,2 miliardi di euro (+19,9%). Il segmento di produzione relativo alle “parti di trattrici” e “ricambi” segna anch’esso una crescita consistente (+21%) e supera quota 1,1 miliardi. Aggiungendo a questi dati quelli relativi all’ampio comparto della componentistica di settore, che si stima abbia raggiunto nell’anno un valore di 3,3 miliardi di euro, e quelli relativi alle macchine e attrezzature per il giardinaggio (970 milioni), il valore complessivo della produzione del settore agromeccanico italiano nel 2021 si attesta sui 13,7 miliardi di euro.
Il  30% della produzione nazionale   viene assorbito dal mercato interno, che lo scorso anno ha avuto un andamento particolarmente positivo, mentre una quota maggioritaria, pari a circa il 70% del totale, è destinata a soddisfare la domanda proveniente dai mercati esteri.
I dati Istat sul commercio estero (riferiti alle categorie trattrici, parti di trattrici e macchine agricole) indicano infatti a fine 2021 un valore delle nostre esportazioni che supera i 6,2 miliardi di euro (+ 20,5% rispetto all’anno precedente) mantenendo un attivo della bilancia commerciale di settore di 4,4 miliardi.
Trattrici e macchinari agricoli prodotti in Italia - è stato ricordato nel corso dell’incontro - vengono esportati in massima parte nei Paesi dell’Unione Europea (il 66% dell’export di trattrici e il 50% dell’export delle altre macchine) e una quota consistente viene indirizzata verso i Paesi dell’Europa non comunitaria (12% della voce trattrici e 15% delle voci relative alle altre tipologie di macchine).

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